La prima partecipazione del Marocco alla Biennale di Venezia, a cura di Paolo De Grandis, appare di significativa importanza. L'arte di Fouad Bellamine, Mohamed Bennani e Fathiya Tahiri, va intesa come momento cardine dell'istinto di creazione. L'accavallamento dei ricordi e quindi di una sorta di nomadismo intellettuale, permette la creazione dell'atto artistico non scevro, però, dal libero ingresso dell'immaginazione e dell'istinto. Tale recupero, può esprimersi in modi diversi sia che si tratti di una semplice evocazione sia che si tratti di citazioni testuali dell'immaginario tradizionale. Il lavoro di questi artisti è il frutto di una mediazione compiuta tra la cultura e gli eventi di una civiltà contemporanea considerati alla lente di una profonda sensibilità della storia.