Le grandi lastre di collodio di Naya, sono sguardi gelidi, ma non impassibili, sul suo tempo, che la smagliante cornice veneziana non riesce a mascherare, nonostante le immagini tendano a far prevalere il folklore dei personaggi durante la recita quotidiana; un happening che ha il fascino dell'esotico, quasi si trattasse di un'archeologia culturale, etnica, che la fotografia ha però fossilizzato e riconfermato.