Spettacolo di Paolo Puppa, con Paolo Puppa e Andrea de Manincor
Vorrei morire di nuovo oggi, se potessi. Farla finita, una volta per tutte. E non pensarci più. Ma non posso, perché son già morto. Eppure, così, non ce la faccio ad andare avanti. Non ho impulsi d’amore, non ho più voglie. Non ho slanci. Non riesco ad innamorarmi. A desiderare. Meglio sparire. Se penso ai miei antichi amori, alle mie passioni, tutto così ridicolo. Da vergognarsi. Eppure, lo ripeto, son già morto. [Paolo Puppa, Parole di Giuda]
Paolo Puppa ci presenta la sua riflessione su Giuda, una figura maledetta, spergiura, da 2000 anni simbolo del tradimento. Si tratta di un monologo in cui un Giuda addolorato e rabbioso inveisce contro il destino attivando ragionamenti in sua difesa, tra odio e amore per colui che, come in un gioco degli specchi, l’ha maledetto per l’eternità. In più, ribaltando le categorie di giustizia divina e predestinazione ne riscatta la figura facendolo apparire come l’unico, vero martire della cristianità.
Nella serata cafoscarina, vengono prelevati dal copione (edito da Metauro, Pesaro) due voci particolari, ossia Giuseppe e Maria, due testimoni protagonisti nella storia sacra: ognuno dei due fornisce una versione personale e opposta dell’immacolata concezione, il mistero della teologia cristiana più provocatorio per una mente laica.
Paolo Puppa è ordinario di storia del teatro e dello spettacolo alla Facoltà di Lingue e di Letterature dell’Università di Venezia. Ha insegnato e diretto laboratori teatrali in università straniere, come a Londra, Los Angeles, New York, Princeton, Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi, Lilles. Oltre a numerosi volumi di storia dello spettacolo e monografie e saggi vari, tra cui studi su Pirandello, Ibsen, Fo, D’Annunzio, Svevo, Rolland, Goldoni (nel 2010 La voce solitaria-storia del monologo in Italia , nel 2011 Racconti del palcoscenico: dal Rinascimento a Gadda , nel 2014 La Serenissima in scena-Da Goldoni a Paolini), ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rappresentati anche all’estero. Tra gli altri, “La collina di Euridice” (premio Pirandello ’96) e “Zio mio” (premio Bignami-Riccione ’99). Si ricordano “Famiglie di notte” del 2000 e “Venire, a Venezia” del 2002 .Nel 2006, per Parole di Giuda, Paolo Puppa ha ottenuto il premio come autore dall’Associazione critici di teatro. Nel 2008 ha vinto il premio teatrale Campiglia marittima con “Tim e Tom”. Nel 2009 sono uscite “Lettere impossibili” e nel 2012 “Le commedie del professore”, tra cui l’oratorio “Selvaggia, la notte” su Emily Dickinson. Appena uscito il romanzo Ca’ Foscari dei dolori, Titivillus, introduzione di Gabriele Vacis.