Dopo il grande successo della mostra che il MoMA di New York le ha dedicato questa primavera, lo straordinario “sguardo” di colei che è stata definita “l’ambasciatrice” dell’arte contemporanea, ovvero Ileana Sonnabend (1914 –
2007) - con Peggy Guggenheim forse la più grande talent scout della seconda metà del ‘900 – torna nuovamente protagonista in Italia, a Venezia.
Concessa nel 2013 in deposito a lungo termine alla Fondazione Musei Civici di Venezia, la Sonnabend Collection ha trovato nella Galleria Internazionale
d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro la sua “casa europea”.
Qui viene infatti esposta periodicamente, anche se una selezione delle opere più preziose è sempre presente nel percorso permanente al primo piano del museo, rappresentando una ricchezza d’inestimabile valore culturale per la
città.
La raccolta comprende un centinaio di lavori di artisti che Ileana scoprì e valorizzò in mostre memorabili nelle sue gallerie, dando spazio ai linguaggi della più avanzata sperimentazione: dal Neo Dada alla Pop Art, dalla Minimal Art all’Arte Povera, dal Concettuale al Neo Espressionismo, fino all’arte fotografica contemporanea.
Tra questi spiccano i nomi di grandi protagonisti del '900, come Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jim Dine, Tom Wesselmann, ma anche Robert Morris, Sol Lewitt, Anselm Kiefer e Jeff Koons.
Dopo una pausa di sei mesi - in cui vi è stata anche la mostra temporanea dedicata a Giuseppe Panza di Biumo – viene ora proposta, dal 31 maggio 2014 al 4 gennaio 2015 al secondo piano di Ca’ Pesaro, ripartendo proprio dal punto
in cui si è interrotta l’avventura collezionistica del museo e il suo rapporto con la Biennale, una selezione di 72 opere del prezioso deposito con anche alcuni interessanti lavori mai esposti prima nella sede veneziana, tra cui None
Sing/Neon Sign (1970) e Eat Death (1972) di Bruce Nauman e Inflatable Flower (Yellow), 2011 di Jeff Koons.
La mostra, che si realizza a cura di Antonio Homem e Gabriella Belli e la sempre preziosissima collaborazione di The Sonnabend Collection Foundation, con il progetto espositivo di Daniela Ferretti, presenta inoltre un
nucleo di opere d'arte povera italiana, ben rappresentata nella collezione da artisti oggi assai famosi che, com’è noto, sperimentarono nella loro ricerca materiali 'poveri' (naturali, organici, industriali), assunti nella loro espressività primaria e immediatezza sensoriale come si può vedere nelle straordinarie opere di Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari e Jannis Kounellis.