Epiphanies, Rendering, Ofaním, Sequenze, Altra voce: il Festival presenta un excursus del pensiero musicale di Berio, attraverso quei capisaldi della sua ricerca su voce e spazio.
Il primo appuntamento è con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna (5 ottobre, Teatro alle Tese, ore 20.00), che replicherà il concerto nella sua sede (8 ottobre). Diretto da Roberto Abbado, il concerto si avvale della voce sopranile di Valentina Coladonato per Epiphanies, un montaggio secondo diverse possibilità combinatorie di sette brani strumentali con altrettanti testi vocali – le vere epifanie del pezzo - scelti da Eco fra gli autori cari a Berio (Proust, Joyce, Machado, Simon, Brecht, Sanguineti). E se per Berio creare è trasformare, il secondo brano in programma ne offre un limpido esempio: Rendering, nei suoi molteplici significati di rendere onore, restituire alla vita, tradurre, è firmato a quattro mani con Franz Schubert dal momento che è generato dai suoi frammenti per una sinfonia. Illuminante del rapporto dinamico che Berio intesse con il classico e con la storia, come un artigiano fa un lavoro che chiama di “restauro”, intendendolo “nel senso moderno usato in pittura”, in cui ci si sforza “di riaccendere i vecchi colori senza però celare i danni del tempo e gli inevitabili vuoti creatisi nella composizione (com’è il caso di Giotto ad Assisi)”.
Tra i due brani di Berio si colloca una novità assoluta commissionata dalla Biennale a Claudio Ambrosini, già Leone d’oro al Festival di Musica di Venezia nel 2007. Si tratta di Fonofania, che nella concezione del compositore allude al magico manifestarsi del suono, un pezzo per coro di voci bianche scenograficamente distribuito alle spalle del pubblico, quasi avvolgendolo, con l’orchestra frontale sul palco.