Il concerto vede protagonista il musicista cubano Omar Sosa, che presenta il suo quinto album di piano solo Calma (2011), lavoro che contiene 13 improvvisazioni capaci di fondere elementi stilistici del jazz, della nuova musica classica e dell'elettronica. Come già suggerisce il titolo, la sensazione complessiva che si ha è di rilassatezza e di introspezione; non vi è alcun tentativo di impressionare l'ascoltatore con il virtuosismo. Sosa esemplifica perfettamente oggi lo spirito di Duke Ellington: è creatore di una musica che trascende le categorie, testimoniata da oltre venti album pubblicati come leader. Nato nel 1965 a Camagüe (Cuba), studia percussioni e composizione al Conservatorio dell'Avana e solo più tardi, forte di queste basi teoriche, si avvicina al pianoforte, che diventa presto il suo strumento preferito, grazie al quale scopre i maestri del jazz, Thelonious Monk su tutti. Emigrato nel 1993 in Ecuador, Omar Sosa inizia a concepire una musica sincretica, in grado di conciliare i diversi linguaggi generati dalla diaspora africana. Capisce che lo swing, la danza, il rapporto con il corpo, sono qualità essenziali che si trovano nel jazz così come nelle musiche portoricana, caraibica, cubana, ma soprattutto che, al di là delle differenze stilistiche, tutti questi generi hanno un'origine comune. Nel 1995 si trasferisce a San Francisco, dove s'impone presto come un esponente carismatico del jazz latino. Nell'ultimo periodo trascorre sempre più tempo in Europa, avendo come base Barcellona. Oltre a proporre i suoi diversi progetti personali, il pianista cubano firma importanti collaborazioni con musicisti del calibro di Mino Cinelu, Paolo Fresu, Jaques Morelenbaum e Trilok Gurtu.