Accanto all’Arsenale della Danza, un altro esempio di impegno nella formazione di nuovi talenti è il Teatro Scuola “Paolo Grassi” di Milano. Progettato e diretto da uno dei maggiori critici italiani del settore, Marinella Guatterini, sul modello delle maggiori scuole europee, il terzo corso di Teatrodanza presenta uno spettacolo che nasce dall’incontro con la “lezione” della coreografa americana Trisha Brown.
Figura chiave del post modern americano, Trisha Brown ha stupito il mondo portando la danza fuori dai teatri, in spazi pubblici e luoghi totalmente inediti, sviluppando un linguaggio del movimento libero e fluido, in cui è assimilato anche il gesto quotidiano. Negli anni settanta, in un clima di accesi sperimentalismi e di esplosione creativa di tutte le arti, le sue idee hanno rivoluzionato i presupposti stessi della danza: è il periodo delle “coreografie aeree”, in cui la Brown sfida la legge di gravità e fa camminare i danzatori lungo le facciate dei grattacieli (Man Walking Down the Side of the Building 1970, Walking on the Wall 1971) o danzare sui tetti di New York (Roof Piece 1973).
Line Up e parte degli “Early Works” della coreografa - Sticks, Scallops, Clackers, Spanish Dance, Solo Olos, Corners e Figure 8, qui ricreati dal Corso milanese - risalgono a questo fervido periodo, il 1976/’77, e sono un saggio dell’ironia e della semplicità che contraddistinguono la coreografa americana oltre che una pietra miliare del suo repertorio. Alla Brown basta una fila di danzatrici per dispiegare le innumerevoli possibilità combinatorie del movimento.
Per la creazione di Line Up, gli allievi della “Paolo Grassi” sono stati parte integrante sia del processo creativo che del risultato finale. Le due direttrici delle prove, Lisa Kraus ed Elena Demyanenko, in passato parte della Compagnia di Trisha Brown, hanno insegnato agli studenti le sequenze esatte delle coreografie originali, per poi guidarli attraverso un esteso processo di improvvisazione comprendente lo stesso impianto di istruzioni che la Brown dette ai danzatori della sua compagnia nel 1976. In Line Up, Trisha Brown ha chiesto ai suoi ballerini di improvvisare sulle indicazioni dell’allineamento e di memorizzarne il risultato, rendendo ripetibile la coreografia.