La “Sala 10” al primo piano di Ca’ Pesaro continua la sua “inclinazione” di spazio dedicato a
presenze contemporanee, artisti del territorio, riscoperte e inediti, anche dalle collezioni del
Museo.
Un primo appuntamento per il 2011, in quest’ambito, è rappresentato da alcune grandi tele,
tutte inedite, realizzate da Sonia Ros, giovane artista che vive e lavora tra Venezia e Vittorio
Veneto.
Si tratta di opere dedicate alla pittura nella sua più forte accezione - “Lupus in Fabula!” -,
che, fuori da ogni stereotipo riferimento, si orientano a un fare artistico “centrato” tra
emozione e pensiero.
Altri momenti di valorizzazione e approfondimento in Sala 10 riguarderanno, tra la primavera
e l’estate, l’opera grafica di due grandi maestri come Emilio Vedova e Zoran Music, mentre,
in autunno, verranno presentati alcuni lavori inediti del pittore veneziano Giovanni Pontini
(1915 - 1970).
Ingresso con l’orario e il biglietto del museo (*)
Il percorso pittorico di Sonia Ros è segnato da un’evoluzione verso l’evidenza, la compiuta
apparizione delle forme. Dalle prime opere che si mostravano quasi “immerse” nell’acqua o
nascoste dietro “velari” semitrasparenti, l’artista è ora giunta ad una materia smagliante,
solida, chiara.
Lupus in fabula si differenzia dalla pur recente esposizione “Autoritratti” (Villa Pisani, 2009):
le “creature” dell’artista sono diventate più drammatiche, la tridimensionalità ha acquistato
maggior consistenza, i segni si sono incisi più fortemente.
Organismi, minerali, protesi meccaniche, si sono separati in campi propri, mantenendo
tuttavia i loro essenziali rapporti.
Questo percorso da conto di una parabola necessaria, che è poi, per l’artista, la necessità
stessa della pittura: Lupus in Fabula!
Le tele che ospitano questo “animale selvaggio” rifiutano la dimensione istituzionale dell’arte
contemporanea, troppe volte stretta in tempi e modi estranei a ogni espressione che si
voglia considerare autonoma. Esse ci appaiono, invece, come “esistenze autosufficienti”
che intrattengono un fitto dialogo con i titoli che l’artista ha loro dedicato, veri “motori” di
senso mai estrinseche descrizioni.