Il titolo dell’esposizione alla Galleria Contemporaneo è tratto dalla traduzione italiana delle Hauspostille di Bertolt Brecht: “Libro di devozioni domestiche” (1967). Si tratta del primo libro di poesie editato dall’autore tedesco nel 1927 e riprende volutamente l’andamento di un “breviario o manuale di pietà” la cui lettura scandisce il ritmo della giornata. Una “litania del respiro”, per ricordare una delle liriche più celebri del volume, che rappresenta l’attenzione rivolta agli aspetti meno evidenti della quotidianità; attenzione venata dalla considerazione verso l’altro e le cose, verso il proprio fare.
Dallo spunto offerto da Brecht è nata l’idea di una esposizione contemporanea basata sui lavori di una nuova generazione di artisti, italiani ed europei, che sta percorrendo ora quel crinale delicatissimo fra una condizione laica della esistenza e il ‘sentire’ come non del solo filo di questo mondo sia composta la trama dell’esistenza stessa. Un’esposizione che sonda l’attitudine di chi si accinge a dipingere, ad incidere, a disegnare, fatta di una delicata ritualità, consapevole che non è solo la valentia acquisita negli anni di studio ad assicurare la riuscita di quell’incontro con il “non so che” al quale è aperta la dimensione artistica.
Ventisette allievi ed ex-allievi dell’Accademia di Belle Arti di Venezia presentano una significativa selezione di opere, volutamente dedicate soprattutto agli ambiti ‘tradizionali’ della pittura, del disegno, dell’incisione, della scultura, della decorazione. Un’esposizione collettiva che di fatto rappresenta un’occasione più unica che rara per entrare nel merito di una nuova sensibilità rivolta verso una tematica complessa quanto ancora frequentata soprattutto con mezzi espressivi che, solo grazie ad una attenta concentrazione e alla “lentezza”, possono fungere da “antenne sottili”, in grado di tenere in comunicazione le due sponde della quotidianità.