Di Bernard-Marie Koltès, traduzione Luca Scarlini, con Claudio Santamaria, regia Juan Diego Puerta Lopez.
'Essere stranieri. Abbordare un nuovo e giovane amico sotto la pioggia.. Avere in cuore una ragazza notturna, un ectoplasma da lungofiume. Odiare gli specchi. Amare le puttane matte...'
Una partitura rigorosa tra la parola metaforica che diventa tangibile e il corpo che non può evitare di esistere in ogni attimo. Senza respiro. Uno straniero che cerca di riconoscersi in un mondo diverso dove emergono il ricordo, la nostalgia, la rabbia... la pioggia come elemento simbolico che ritorna sempre.
Ho pensato di ricreare un mondo 'notturno' attraverso immagini video proiettate, una vera e propria istallazione virtuale che restituisce un senso di visionarietà allo spettacolo. Un viaggio di parole e gesti che trattengono nell'aria la poetica di Koltès.