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Al-bunduqiyya

Al-bunduqiyya: è il nome proprio di Venezia in arabo, l’unica città in Europa ad averne uno. L’origine è da cercare attorno la fine degli anni Mille, il significato è quello di ‘diverso’, con accezione di ‘bastardo’ come mescolanza di genti. Successivamente nel Trecento acquista un ulteriore significato che è quello di ‘fucile’, pare infatti che i Veneziani furono i primi ad introdurre l’arma da fuoco nei paesi arabi. La progettualità che caratterizza le iniziative attivate sino ad oggi, mira alla creazione di momenti di condivisione capaci di produrre esperienze partecipative, per creare scambi e implementare linguaggi di comunicazione visuale ed espressiva. Procurare attenzione ai valori di base della nozione ‘arte’ come apparato che interroghi, produrre per non perdere l’attitudine critica al consumo, stimolare l’utilità dell’incontro ed implementare vocazioni territoriali i nostri intenti. Lungo queste linee, il contesto diventa materia con cui confrontarsi, si fa esperienza dell’entropia di ciò che ci circonda, di ciò che siamo e, attraverso le frizioni innescate, si riconoscono la ricchezza della cultura e il sapore delle diversità come punti in comune e struttura sociale. Si è nella convinzione che città d’arte come Venezia, posseggano forti potenzialità da utilizzare per produrre nuove proposte culturali. Venezia come laboratorio da sperimentare per dar vita a spazi d’insurgenza entro cui far muovere creatività artistiche, che vuol dire anche promuovere il valore stesso del lavoro speso nell’ambito, più in generale culturale e rinnovare il modo di vivere la città. L’opera è vista come processo dove il pubblico n’è parte integrante, a dire che quando il fruitore è, si riconosce, produttore dell’opera stessa, significa aver lavorato sulla possibilità di mettere in moto contaminazioni virtuose, attraverso collettività produttive che si organizzano e auto sostengono. Al-bunduqiyya è un progetto curatoriale, attivato nel 2008, di Cecilia Tirelli e che oggi si avvale della collaborazione di Venanzio Straulino, Sabrina Lucchetta e Chiara Lunardelli.

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Castello, 4716/a - 30122 Venezia


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