Un filo di luce, “il filo conduttore” in cracked neon rosso always in motion, è il filo della vita e delle emozioni dell’artista veneziana Federica Marangoni, una mostra/installazione forte e spettacolare
Un rivolo rosso di energia e sangue – visibile soprattutto di sera – taglia rigorosamente la bianca facciata di Ca’ Pesaro, dal tetto fin quasi all’acqua del Canal Grande, dove incontra una Venere tecnologica, una gigantesca bobina in sottile ed effimera lastra di vetro sul cui asse si avvolge.
Dalla facciata si giunge poi all’interno del museo, nell’Androne al piano terra, dove due sale sono collegate e segnate proprio da quel filo rosso che qui diventa un rivolo di sangue che scorre in un ammasso di filo spinato a simboleggiare il “dramma dell’umanità”: “Is not a good day to be human” è scritto dietro a una mendicante e all’ammasso di filo spinato, mentre scorrono, al ritmo del battito del cuore, immagini sconvolgenti di rotocalchi e giornali.
La “barriera” di filo spinato continua nella sala adiacente, attraverso un ampio passaggio aperto, dove è proiettato il video 'Tolerance in tolerance' che propone una sequenza di un centinaio d’immagini drammatiche.
Sono questi i segni tipici del lavoro di Federica Marangoni, che parla della libertà dell’individuo e del caos in cui l’umanità si dibatte.