Proiezione del film 'Songs from the
Second Floor' (Titolo Originale Sånger från andra våningen).
Regia di Roy Andersson. Interpreti: Lars Nordh,
Stefan Larsson, Bengt C.W. Carlsson,
Torbjörn Fahlström, Sten Andersson
Or. Svezia, 2000 dur. 98’, v.o. sott. ingl.
Premio della giuria al festival di Cannes
(2000)
Lo svedese Roy Andersson, classe 1943, una luminosa
carriera da pubblicitario, non va tanto per il
sottile. Partendo dall’idea che Gesù non sia il figlio
di Dio, ma semplicemente una brava persona
finita sulla croce perché troppo gentile, il cineasta
mette sotto accusa un certo merchandising della
religione cattolica, dei suoi simboli, dei suoi valori.
E lo fa in chiave satirico-grottesca, con sofisticati
riferimenti alla pittura di Otto Dix. È una Svezia
dal pallore cadaverico, in simbolica rappresentanza
della condizione umana, quella che emerge dal
film: tra broker di Borsa che si flagellano per strada
come a una processione del nostro Sud, consiglieri
d’amministrazione che scrutano la palla di
cristallo in assenza di strategie, anziane mogli desnude
che vogliono copulare coi loro mariti distratti,
generali centenari (e possidenti) che fanno
il saluto a Goering. C’è anche il fantasma di un
giovane impiccato dai nazisti che s’aggira per la
strada: e la sua enigmatica presenza suona come
un monito alle compromissioni storiche del paese di Bergman. (Michele Anselmi in L’Unità, 21 maggio 2001).