Due artiste venete dalla personalità molto forte; due approcci diversi ma originali alla canzone d’autore. Giovanna Lubjan (Padova, 1977) e Maria Roveran (Favaro Veneto, 1988) si divideranno il palco dell’auditorium del Candiani per presentare i loro due ultimi lavori (il primo sin qui per la giovanissima artista veneziana; il terzo da leader per la cantautrice di Padova), entrambi pubblicati dall’etichetta veneziana Gutenberg Music, label nata nel 2010 in casa Caligola. Di Lubjan si è parlato molto qualche anno fa, soprattutto dopo che una sua canzone, Back to a time, era stata scelta come colonna sonora di uno spot televisivo della Daihatsu. A cinque anni dall’ultimo suo album è quindi tornata al centro dell’attenzione con un nuovo disco, “Comincerò a parlare”, un lavoro a lungo meditato, caratterizzato da testi forti, a volte crudi ma sempre profondamente onesti, capaci di svelare il lato più introverso e privato della sua ispirazione. L’incisione ha anche segnato una svolta artistica profonda nel percorso artistico di Lubjan: l’utilizzo quasi esclusivo di testi in lingua italiana, cosa che era difficile da immaginare per chi si era fatta notare nei primi lavori per una spiccata ed inusuale propensione alla scrittura in inglese, frutto anche di un lungo soggiorno giovanile a Eastbourne. Saranno al suo fianco al Candiani i musicisti che l’hanno aiutata nella scrittura delle musiche e nella produzione del disco, Floriano Bocchino, Massimo e Stefano Calore. La giovanissima Maria Roveran sta diventando un’importante protagonista del cinema italiano. Partita da Favaro Veneto, dopo due anni trascorsi all’Università di Trieste, ha cambiato radicalmente il corso della sua vita decidendo di diventare un’attrice. Dopo la frequentazione dei corsi di recitazione del Centro Sperimentale di Roma, arrivano prima il fortunato debutto con “Piccola Patria” (Mostra del Cinema di Venezia 2013), poi la definitiva conferma con “La foresta di ghiaccio” (Festa del Cinema di Roma 2014). La strada del successo sembra essersi aperta improvvisamente davanti a lei, ma con una carta in più da giocare: la musica. Una passione, quella per la canzone, che non aveva mai abbandonato e che anzi il cinema ha aiutato a sviluppare, un potenziale valore aggiunto di un percorso professionale già più che promettente. Era nell’aria ed è quindi arrivato anche l’album del debutto, “AlleProfondeOriginiDelleRugheProfonde”, in cui sono contenute tre canzoni presenti nella colonna sonora del primo film ed una utilizzata per l’ultimo. Al Candiani l’attrice–cantante sarà accompagnata dai musicisti che hanno partecipato alla registrazione del disco, “in primis” il chitarrista Simone Chivilò. C. D.