Dora Jobim racconta l’intenzione di Nelson Pereira Dos Santos, quella di realizzare un documentario musicale nella forma più radicale del termine. La prima ad apparire è Gal
Costa, che presta la sua voce inconfondibile. Nel corso del film si alternano Tom Jobim, Elis Regina e Frank Sinatra, nessuno parla, solo canto.
Il film rappresenta l’antitesi dell’odierno documentario musicale, molto legato alle testimonianze sugli artisti focalizzati. Qui è il pubblico che comunica con la musica
e interpreta ciò che vede, così da avere l’impressione di guardare un unico film diverso per ogni singolo spettatore. Non è stato facile organizzare il film. Era il periodo
del pieno fermento culturale, Rio era invasa dalla “batida joao gilbertiana”; Brasilia era in fase di costruzione, dominata dall’architettura innovativa di Oscar Niemeyer e Lucio Costa.
Si staglia la voce di Elizeth che canta Agostinho dos Santos e A Felicidade. Si alternano Sarah Vaughan, Diana Krall, Pierre Barouh, Henri Salvador e Silvia Telles. A gran
sorpresa anche la nostra stella Mina! Gli interpreti prestano la voce al repertorio del maestro, proponendo sempre qualcosa di intenso, ricco e originale. Immancabile la finale del Festival Interna cional da Canção:
Tom Jobim e Chico Buarque che vincono con “Sabiá”, due testimonial di una canzone che porta in alto l’amore per una patria travagliata dalla cruenta dittatura, lo sfogo del
pubblico che sventola le bandiere cantando tra lacrime e sorrisi e saudade, tanta saudade.