“Non mi sono serviti il mare e neanche la luna, per raccontare la mia favola, perché era ambientata negli appartamenti, negli scantinati dei negozi di alimentari, con il pavimento di cemento che faceva sempre quella sabbietta quando ci trascinavo i piedi sopra, ma completamente diversa dalla spiaggia dove stavo raccontando la mia favola. C’era una volta una ragazzina molto ingenua quasi minorata mentale, si chiamava Cristina. Cosa ridete, che è una storia triste”.