Un signore stralunato si lascia andare a sfoghi umorali, medita sulla vita, l’amore, la morte, l’aldilà, l’aldiquà. Ma il senso si prende gioco di lui, si nasconde, le parole si staccano dalle cose, si perdono, i ragionamenti
vanno alla stessa velocità delle sinapsi che fioccano nel cervello, un mezzo secondo dopo non ci sono più... Un monologo in equilibrio tra comicità e nevrosi, uno strampalato fantasticare che sfiora i confini del surreale con ramate di poesia, in un turbinio che lascia a terra e nell’aria briciole di umanità. Un omaggio a quegli scrittori emiliani (R. Baldini, U. Cornia, P. Nori, D. Benati, E. Cavazzoni, C. Zavattini), che con ironia, sana follia e poetica visionarietà, sanno cogliere lo storto, l’assurdo e gli sfarfallamenti della quotidianità.