theatre
Gli armeni in Goldoni

Nell’ambito degli eventi della Carnival Culture Night all’interno del programma del “Carnevale di Venezia 2012. La vita è teatro. Tutti in Maschera” e in occasione della mostra “Armenia. Impronte di una civiltà” - la Biblioteca Nazionale Marciana e Venezia Marketing & Eventi, in collaborazione con la Casa delle Parole di Venezia, organizzano un recital musicato.

Alle ore 18,30 e alle ore 21,00 va in scena un recital di brani tratti dalle commedie di Carlo Goldoni nei quali compaiono personaggi armeni.

Introduzione critica di Vartan Karapetian, curatore della mostra. Letture tratte dalle commedie 'I pettegolezzi delle donne' e 'La famiglia dell'antiquario' commentate a cura della Casa delle Parole. Interventi musicali di Aram Ipekjian, che suona il duduk - antico strumento tradizionale armeno - e il clarinetto. Il duduk è uno strumento musicale a fiato della tradizione armena, ottenuto dal legno dell'albicocco. Per le qualità sonore viene considerato in grado di esprimere l'umore e la complessità della lingua armena. Degli strumenti in uso in Armenia sin dall'antichità è l'unico a sopravvivere e per questo viene considerato come simbolo dell'identità' nazionale.

'Ghe vol tanto a finzer de esser armeno?' Non ci sarebbe forse modo migliore di scoprire la storica presenza armena a Venezia se non attraverso le opere teatrali di Carlo Goldoni, veri palcoscenici della storia sociale veneziana. Ciò che colpisce non è tanto la presenza di figure armene in queste opere, ma la famigliarità con cui l’autore e i suoi personaggi trattano l’antica esperienza armena a Venezia tanto da metterne in risalto stereotipi e dettagli che un’attenta osservazione da sola non sarebbe in grado di tracciare. Siamo nel Settecento, che è indubbiamente il secolo più florido nei rapporti armeno veneziani, anche per la diversità degli ambiti in cui troviamo queste interrelazioni. Basti ricordare che nel 1717 l’Abate Mechitar si insediava con il gruppo di monaci armeni da lui guidati sull’isola di San Lazzaro. E sempre nel Settecento la famiglia aristocratica degli Sceriman chiedeva l’adesione al Patriziato veneziano e di cui uno dei membri, il letterato e collega di Goldoni, Zaccaria Sceriman, creava una delle opere letterarie più enigmatiche dell’epoca. G.B. Tiepolo a Wurzburg pensando all’affresco dell’”Asia” immortalò le lettere dell’alfabeto armeno che tre secoli prima, avevano preso per la prima volta forma sotto i torchi proprio a Venezia con il primo libro stampato in armeno, di cui ricorre proprio nel 2012 il V centenario, celebrato con la mostra ospitata nei musei di Piazza San Marco.

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Ticket: ingresso libero
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Libreria Sansoviniana - Biblioteca Nazionale Marciana
Piazzetta S. Marco n. 13/a
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