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Un giorno dopo l'altro - Ricordando Luigi Tenco

Il concerto vuole ricordare Luigi Tenco con la presentazione delle sue canzoni più significative, quelle stesse che sono anche le più idonee a raccontare il cambiamento sociale e culturale che ha attraversato l’Italia degli anni Sessanta. Spesso, con le sue canzoni, Luigi Tenco ha precorso i tempi ed è per questo che sono ancora oggi valide e continuamente riproposte anche da artisti giovani. Il linguaggio usato da Tenco, almeno in una parte della sua produzione, è di una originalità innovativa a volte spiazzante, è un modo di scrivere che stravolge gli schemi della retorica canzonettistica (vedi “Mi sono innamorato di te” o “Io sì”).Tenco parla dell’amore con un realismo nuovo e disincantato, recuperando la colloquialità famigliare, usando vocaboli e modi di dire mai sentiti prima in una canzone. Ma l’amore non è l’unico soggetto delle sue canzoni. L’interesse per i temi sociali, dal razzismo alla guerra, dalla violenza alla disuguaglianza fra gli uomini, è fortissimo e molte sue canzoni trattano appunto di questi argomenti (vedi “Cara maestra”, “E se ci diranno”, ecc.). Va sottolineato, anzi, che Tenco è stato uno dei primi cantautori a proporre la cosiddetta “canzone di protesta”. Non dimentichiamo però che la canzone di Luigi Tenco è anche poesia. Nei suoi testi si possono trovare echi della poetica di Cesare Pavese, poeta che Luigi amava molto e che sentiva a lui affine. Le analogie fra i due sono frequenti: le ritroviamo in più casi confrontando le poesie dello scrittore-poeta con le canzoni del cantautore. Ma l’affinità tra i due artisti riguarda più che altro un tono generale, uno stile, un modo comune di sentire molte cose , come rilevato da Enrico de Angelis. Più preciso e particolare è invece, nell’opera di Tenco, il riferimento a due poeti quali Bertolt Brecht e Boris Vian. Di Brecht egli riprende precisamente il tema di “Ricordo di Marie A.” scritta nel 1924 per riproporlo nel 1965 nella sua “Quasi sera”. Di Boris Vian Tenco traduce per primo in Italia “Le déserteur”, famosa canzone antimilitarista, che intitola “Padroni della terra” ampliando l’argomento originario con l’introduzione del tema della fame nel mondo. A più di quarant’anni dalla morte Luigi Tenco non è stato dimenticato, anzi, sempre più grande è la voglia di riscoprirlo e ricordarlo con omaggi sia cantati che scritti, a dimostrazione dell’attualità del suo messaggio.

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Ticket: ingresso libero fino ad esaurimento posti
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February 2010
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Via Miranese, 56 - 30170 Mestre, Venezia
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