REGIA Mimmo Calopresti
SOGG E SCN Heidrun Schleef, Francesco Bruni, M. Calopresti
FOT. Alessandro Pesci
MUS. Franco Piersanti
MONT. Claudio Cormio
INT. Nanni Moretti, Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Milillo, Marina Confalone, Orsetta De Rossi
PROD. Sacher Film, Banfilm
OR. Italia, 1996
DUR. 80'
Il professore universitario torinese Nanni Moretti ha una pallottola in testa, che si può lasciare lì oppure togliere con un'operazione. Quel frammento metallico è annidato nel suo cranio da anni, da quando ancora lavorava alla Fiat come addetto ai licenziamenti della ristrutturazione e una ragazza terrorista gli aveva sparato; gli dà dolore soltanto occasionalmente ma c'é e potrebbe diventare rischioso, resta ineliminato e allarmante quanto il terrorismo, fenomeno della Storia italiana recente più rimosso che risolto.
Un giorno a Torino, dal finestrino dell'autobus, il professore vede la sua attentatrice. Scende, la segue, la guarda ridere, chiacchierare, mangiare, andare al supermercato, la pedina sino al carcere dove lei ha scontato dieci anni di reclusione e dovrà scontarne altri venti, da dove esce ogni mattina per andare a lavorare in un ufficio.
Nel contrasto tra memoria incancellabile e oblio irresponsabile, la seconda volta in cui il professore e la ragazza terrorista s'incontrano non sarà inutile.
Il primo film di Mimmo Calopresti descrive la condizione attuale degli ex terroristi in semilibertà, raggiunge una piena consonanza tra forma e contenuti, adotta un approccio serio, sensibile, rigoroso.
Nanni Moretti è grande, la sua faccia carica di segni esprime con mezzi minimi e intensità le emozioni del professore: l'impassibilità coatta di chi ha dovuto subire l'insopportabile, rancore, curiosità, una sfumatura di cattiveria vendicativa, l'ostinazione di chi cerchi di curarsi con un farmaco amarissimo; e Valeria Bruni Tedeschi è bravissima con il viso opaco, gli sguardi sabbiosi, l'andatura dimessa, la calma ingannevole delle vite negate.
(Lietta Tornabuoni in La Stampa, 28 Ottobre 1995)