REGIA Giuseppe Ferrara
SOGG. dal libro I giorni dell'ira di Robert Katz
SCN. R. Katz, Armenia Balducci, G. Ferrara
FOT. Camillo Bazzoni
MUS. Pino Donaggio
MONT. Roberto Perpignani
INT. Gian Maria Volontè, Margherita Lozano, Sergio Rubini, Daniela De Silva, Emanuela Taschini
PROD. Yarno Cinematografica
OR. Italia, 1986
DUR. 112'
Ferrara ha riaperto pagine scottanti, sconvolgenti, sulle quali si è cercato di far scendere il silenzio, con l'intenzione di offrire il suo personale contributo alla verità, alla non falsificazione della cronaca, dei documenti, dell'impegno, in una parola al non inquinamento della ragione. Si è sempre rimproverato al cinema italiano di questi ultimi anni di essersi allontanato dalla realtà, di aver perduto la forza della denuncia, della necessità 'civile'.
Ferrara seguendo il libro di Robert Katz I giorni dell'ira e seguendo poi minuziosamente tutto il materiale giornalistico, documentaristico, processuale, ascoltando testimonianze e giudizi ed attingendo anche al libro di Giorgio Bocca Noi terroristi, ha ricostruito come un puzzle gli ultimi 55 giorni dello statista democristiano rapito dalle Brigate Rosse il 26 marzo 1978. Dalla rituale preparazione ad affrontare il Parlamento, dove l'onorevole Moro quel giorno avrebbe presentato il primo governo a guida democristiana sorretto dai voti comunisti, un governo di cui era stato tenace sostenitore ed artefice e che sarebbe stato il primo atto per la definitiva realizzazione dei compromesso storico, fino all'agghiacciante conclusione della prigionia e dei tentativi di salvezza.
Ferrara non sceglie 'un genere' cinematografico per mantenere viva la figura di Moro e per descrivere la tragedia di un intero paese, né tantomeno gli interessa la facile scandalistica 'spettacolarizzazione' di fatti fin troppo discussi e rimasti ancora oscuri, più che mai inquietanti. Cerca invece la percezione dialettica da parte dello spettatore, una sua partecipazione critica, e nell'inquadrare l'estrema solitudine di un uomo schiacciato e distrutto dalle trame di potere, dalla corruzione delle istituzioni, dalla cospirazione universale, riflette sulla disperazione di noi tutti. E' riuscito a scuotere le coscienze. La sua presa di posizione è sincera, decisa, coraggiosa e geniale la creatività del protagonista, un Gian Maria Volontè memorabile.
(Vito Loperto in C. M. - Comunicazione di massa)