REGIA Gianni Amelio
SCN. G. Amelio, Vincenzo Cerami
FOT. Tonino Nardi
MUS. Franco Piersanti
INT. Jean-Louis Trintignant, Laura Morante, Fausto Rossi
PROD. Antea/RAI
OR. Italia, 1982
DUR. 108'
Questo dolorante, intenso Colpire al cuore, governato da una scrittura di raffinata e talvolta estenuata eleganza, è uno dei miglior film italiano sul terrorismo che non è il suo tema centrale, ma nemmeno un pretesto narrativo né una tela di fondo: è come un veleno che impregna il suo tessuto connettivo, i rapporti tra i personaggi. Come il titolo suggerisce, colpito al cuore dal terrorismo, anche e soprattutto nei sentimenti e nel comportamento, è il nostro vivere civile.
Il tema centrale è un rapporto tra padre e figlio. Figlio di un professore universitario, intellettuale laico di sinistra, il quindicenne Emilio scopre in un giovane terrorista, ucciso in uno scontro a fuoco, l'allievo prediletto del padre, e sente il bisogno di andarlo a dire ai carabinieri. Questa è la situazione d'avvio del racconto.
Chi è, in realtà, Emlio e che cosa lo spinge a comportarsi in quel modo un po' mostruoso? Cineasta che coltiva l'arte della discrezione, del discorso indiretto, della parola sottovoce, Amelio non lo dice, ma lo suggerisce: il conflitto con la figura paterna che è anche 'materna', data l'estraneità della madre; l'insoddisfazione per un padre dubbioso che non sa e non vuole dargli risposte trancianti, indicazioni definitive; la scoperta di un ideale 'fratello maggiore' (il terrorista) che vuole sovvertire l'ordine costituito.
Complesso, importante, necessario, Colpire al cuore è un film che amo molto per la sua finezza, il rigore delicato dello stile, la sapienza della recitazione.
(Morando Morandini in Il Giorno, 16 aprile 1983)